lo senti quando un testo ha energia: ti vibra dentro pizzicando certe corde che suonano fantascientifiche e mirabolanti melodie, ti attrae e ti seduce che quasi quasi ti metti a ballare gongolando goloso a chiederne ancora.
E’ così che scelgo i libri da leggere: vado a naso, apro a caso passeggiando lungo le autostrade stampate, allungo il pollice aspettando che una pagina sventoli gagliarda al sol dell’avvenire di certi intrecci che sembrano breccia. E prima o poi la trovo questa potenza prepotente che riconosco al volo.
La sento volare a vela lontano un chilometro, m’investe con l’onda del classico bacio che uccide ed è così che finalmente casco nel magnifico buco nero della lettura profonda. Fanatica immersione in tutt’altra dimensione.
Difficile che legga la recensione.
Difficile che mi affidi ai consigli.
Difficile poter contare sui regali.
Al massimo indicazioni vaghe tipo leggende metropolitane, scritte sui muri, echi distorti tra i boati della folla, righe strappate al volo prima che vadano al macero.
Perché è come per l’amore: pura questione di casualità.
O di fortuna, o di perseveranza, o di cocciuto disprezzo verso ogni forma di rassegnazione, di asservimento alla lettura imposta dai sacri canali canaglia che pretendono di disegnare, insegnare e segnare le pagine giuste.
Scelgo e sono scelto con la leggerezza dell’Amore, dell’Arte e dell’Anarchia.
Le prime tre A di un ABC che non ho mai imparato a solfeggiare secondo le regole del gioco.
10 settembre 2017
COME SCELGO I LIBRI DA LEGGERE?
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