Troglodita Tribe S.p.A.f. (Società per Azioni felici)

7 giugno 2018

Manifesto d’amore e d’anarchia

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Che c’azzecca l’amore con l’anarchia, l’arte con gli astronauti autonomi, la patafisica con i raduni arcobaleno dei vecchi hippy, la meditazione della risata con il movimento degli uomini casalinghi?
Uno scrittore disoccupato milanese con sfratto in corso cerca la visione per uscire dalla realtà ordinaria e scrivere una storia che rotoli radiosa e vivace tra espolsivi spunti di spiritualità spiritose. E’ stato misteriosamente contattato da una strega dei boschi, un’incantevole vera strega che gli chiede questa fantasmagoria letteraria: delle pagine che abbiano il potere di fermare l’incedere dei suoi anni. Solo così, infatti, riuscirà ad evitare di perdere i poteri, solo così la dimensione degli esseri spiritual spiritosi potrà unirsi a quella più ordinaria dello scrittore. E allora scoppierà la rivoluzione, l’unione di due universi, la svolta telepatica simpatica, l’utopia che balla senza tempo in attesa della liberazione.
Riuscirà la letteratura a sconvolgere l’ordinaria realtà che ci lega alla materia? Riuscirà l’amore ad incontrare l’anarchia?

Per saperlo non vi resta che richiederci il libro “MANIFESTO D’AMORE E D’ANARCHIA” 100 pagine in carta riciclata autoprodotto da Troglodita Tribe ai tempi della prima casa troglodita a 5 euro più 1,46 di spese postali.troglotribe@libero.it

17 settembre 2017

REGOLANDOTI SULLE REGOLE

DSC00830.JPGRegolandoti sulle regole rinunci all’energia raggiante e recalcitrante che regge quel rimasuglio rocambolesco del testo, quel sesto senso sensuale che ti connette telepatico serafico alle mirabili dimensioni dell’Altrove.

Regolandoti sulle regole, sull’algoritmo sintattico che sforna prodotti editorial-seriali, che illude e allude e ammicca a quel successo in eccesso da canna del cesso, perdi il potere possente delle tue parole, tradisci le trame occulte del tuo mirabile arzigogolio che frizza e freme ricamando a destra, a sinistra, avanti, indietro, sopra, sotto, obliquo, storto, ritorto e contorto nella magica spirale sproporzionata, sproloquiante ma spassosamente autentica da mordere come doblone d’oro, da lanciare nel fragoroso vento della letteratura come un fresbee colorato e contento che vola verso l’orizzonte infinito.

Perché regolandoti sulle regole perdi la partita di una letteratura futura, accetti il compromesso e trasformi l’oro in lavoro.

13 settembre 2017

CAMUFAGE è il ritorno all’errore di stampa, al refuso confuso, alla svista d’artista

DSC03212.JPGMentre le Tendenze Ultimomodello chiedono storie ben farcite con il ripieno gommoso che s’impegola tra le carie e i canini, CAMUFAGE entra in casa tua travestito da spot pubblicitario e ti urla, forsennatamente punk, di andare a capo con nuovi livelli di rappresentazione extrapoetica, paraletteraria, subeditoriale, antiartistica.

Nipotina dell’orizzonte orizzontale  No-copyright, figlia della mitica era hip-hop che lanciava i suoi coraggiosi sgherri a riempire con trentaseimilamilioni di colori e parole il grigiosporco urbano, sorella di certe dada-satire giocose, CAMUFAGE ha imparato a scrivere sul già scritto, ha colto la sublime arte di insinuarsi nell’architettura editoriale già edificata. CAMUFAGE  è libro sul libro. CAMUFAGE corregge, cancella, invade, inverte, strappa, manipola, sfrutta libri, riviste, flyer, depliant, poster, cartoline, cartamodelli, cartelloni, locandine, manuali illustrativi, vocabolari, enciclopedie, libri di testo, elenchi del telefono, opuscoli, fumetti…

DSC03213.JPGOvunque ci sia carta stampata CAMUFAGE  è pronto a spiccare il suo famelico arrembaggio mediatico. Pensavate che un libro o qualsiasi altro suo lontano parente potesse conservare a vita il suo testo, le sue immagini, il suo messaggio? Non facevate i conti con CAMUFAGE. CAMUFAGE è dentro di noi sin dall’inizio, sin da quando, piccole bestiole ancora non contaminate, ci esibivamo in magnifici pasticci che imbrattavano i libri sacri, quelli che dominavano dal punto più alto della libreria, quelli con la copertina a riquadri d’oro, quelli proibiti agli slanci creativi di un informale naturale non ancora informato.
CAMUFAGE rimette in pista quella salutare pulsione ad entrare in gioco anche senza permesso.

DSC01974.JPGCAMUFAGE si prende lo spazio, si mimetizza con la tecnica della creazione demenziale, con quella del ribaltamento strutturale, con quella della decapitazione spettacolare. CAMUFAGE, sbattuta fuori dalla porta, rientra dalla finestra.

Noiose e antiche banalità di base fondate su pallidi desideri affamati di fama crollano miseramente davanti alla destrezza palpitante e frizzante di CAMUFAGE. Scrittorici ultrastorici della setta CAMUFAGE sorridono fantascientifici ricordando l’antico concetto di scrittore che registrava all’Ufficio del Possesso le proprie sacre parole irripetibili. Frasi scolpite sulle tavolette d’argilla che si guardavano allo specchio pettinate e impomatate con quello scriverebbene rimato e ritmato dalle recensioni dei papisti dello spot.

DSC02845.JPGCAMUFAGE è scrittura caotica.
CAMUFAGE gioca sull’intuito e la miscelazione mistica di ingredienti che provengono da tutti i pianeti linguistici dei Sette Cieli.

Perchè pubblicare nuovi libri quando ci sono già quelli vecchi, pronti per essere riempiti di nuove parole, di diversi blocchi di testo letteralmente e
letterariamente senza fissa dimora?

Il testo è un frammento tratto da “CAMUFAGE (Iniezioni di parole nel caos mediatico)” Autoprodotto su cartamodelli da Troglodita Tribe
Le foto sono tratte dall’archivio di Eco Editoria Creativa di Troglodita Tribe

10 settembre 2017

COME SCELGO I LIBRI DA LEGGERE?

Filed under: leggere, Letteratura, libri — Tag:, , , , , , , — Fabio Santa Maria @ 3:12 PM

books-1655783_640lo senti quando un testo ha energia: ti vibra dentro pizzicando certe corde che suonano fantascientifiche e mirabolanti melodie, ti attrae e ti seduce che quasi quasi ti metti a ballare gongolando goloso a chiederne ancora.
E’ così che scelgo i libri da leggere: vado a naso, apro a caso passeggiando lungo le autostrade stampate, allungo il pollice aspettando che una pagina sventoli gagliarda al sol dell’avvenire di certi intrecci che sembrano breccia. E prima o poi la trovo questa potenza prepotente che riconosco al volo.
La sento volare a vela lontano un chilometro, m’investe con l’onda del classico bacio che uccide ed è così che finalmente casco nel magnifico buco nero della lettura profonda. Fanatica immersione in tutt’altra dimensione.
Difficile che legga la recensione.
Difficile che mi affidi ai consigli.
Difficile poter contare sui regali.
Al massimo indicazioni vaghe tipo leggende metropolitane, scritte sui muri, echi distorti tra i boati della folla, righe strappate al volo prima che vadano al macero.
Perché è come per l’amore: pura questione di casualità.
O di fortuna, o di perseveranza, o di cocciuto disprezzo verso ogni forma di rassegnazione, di asservimento alla lettura imposta dai sacri canali canaglia che pretendono di disegnare, insegnare e segnare le pagine giuste.
Scelgo e sono scelto con la leggerezza dell’Amore, dell’Arte e dell’Anarchia.
Le prime tre A di un ABC che non ho mai imparato a solfeggiare secondo le regole del gioco.

9 settembre 2017

MANIFESTO D’AMORE E D’ANARCHIA

 

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Continuano ad affluire strane genti: insurrezionalisti dell’ego, neosituazioniste, anarcopunkfemministe, immediatisti, vagabondi del nulla, primitivisti  ludici, patafisiche, gròuchomarxiste, astronaute autonome, trogloditi e tanti altri che dicono di aver letto brevissimi messaggi di terrorismo poetico che circolavano nelle città.
Si sta riunendo un variegato mondo mai apparso in  televisione, mai rappresentato politicamente del quale non si  sospettava neanche l’esistenza. Eppure questa gente è qui e non ha alcuna intenzione do tornare nella vecchia società dello spettacolo.
Durante i cerchi parlo di te, di magia e di Tris.
Ho scoperto che altri esseri spiritosi si stanno interessando a noi umani, che altri incontri sono attesi e che forse si tratta dell’unirsi di due mondi che desiderano comunicare attraverso l’energia dell’amore.
Com’è prevedibile ci sono degli umani un po’ scettici e timorosi. Altri, impazienti come lo ero io un tempo, chiedono come sia possibile che le streghe e gli altri esseri magici non abbiano sufficienti poteri per raggiungerci qui e ora.
Ma non temere c’è una grande armonia, anche gli alberi vegliano su di noi, non cerchiamo di convincerci o di avere ragione. Abbiamo lasciato nelle vecchie case i partiti  le maggioranze e tutti i  dualismi, siamo un unico divenire allegro che danza e ride con semplicità.
E dalle tue parti, cara dolce strega che soffia vapori colorati?
Come si muovono i vostri incontri?
Come procede il vostro incedere verso di noi?

 Il tuo umanoamante

Lupouao!!!|

 

Da “Manifesto d’Amore e d’Anarchia” autoproduzione di Troglodita Tribe Pagine 100 carta riciclata, copertina a colori con alette, disegno su ogni copia.

In odor di trasloco, rinveniamo oggi da un vecchio scatolone sepolto in cantina una trentina di copie di questa vecchia autoproduzione che definir delirante-divertente-visionaria è alquanto riduttivo. Un testo tipicamente troglodita prima maniera in cui la spiritualità è sempre spiritosa e la rivoluzione non si fa mancare certamente gli indispensabili tocchi di primitivismo ludico. Un collage di citazioni, deviazioni e diramazioni libertarie tra poesia, narrazione e trattatello pseudopolitico.

Sono le ultimissime copie sulla faccia della terra!!!
Sette euro comprese spese di spezione!

23 agosto 2017

I LIBRI NELLA SPAZZATURA?

libri spazzatura.jpgI libri si buttano nella spazzatura.
Questa è una realtà inoppugnabile che in molti faticano ad accettare.
Il rispetto per i libri, per quanto incoraggiato, con ogni probabilità, non potrà mai arrivare ad esimerli dalla caratteristica fondamentale di tutto ciò che produciamo: il cassonetto.

Probabilmente, un tempo, buttare un libro era considerato una sorta di sacrilegio culturale anche da chi non ne aveva mai letto neppure uno, ma oggi, con la massiccia diffusione della carta stampata, il nostro rapporto con il libro è drasticamente cambiato.
A chi si è avventurato in una qualunque “isola ecologica” dove si riciclano gli scarti, infatti, non sarà certamente sfuggita, nel reparto della carta, l’immensa mole di libri presenti che spuntano inequivocabili e disordinati tra le tonnellate di quotidiani, cartoni, confezioni e riviste. E non si tratta ovviamente di libri distrutti o illeggibili perché nella spazzatura, ad aver pazienza e costanza, si trovano tutti i generi, tutte le edizioni, tutte le epoche dell’umana letteratura; anche se, incredibilmente, in questi contesti, non è permesso rovistare e prelevare liberamente.

I libri più buttati sono anche quelli più stampati.
E’ facile trovare grande abbondanza dei vecchi “rosa” della Harmony e, di certo, non mancano notevoli quantità di gialli che, a volte, si trovano in veri e propri stock. E’ facile imbattersi anche in numerosi libri di poesia autopubblicati che, stampati a spese dell’autore, nella maggioranza dei casi restano invenduti in cantina per qualche anno per poi essere buttati inesorabilmente nella spazzatura.

Ma ad esser maggiormente stampata e quindi buttata, come è facile intuire, non è soltanto la letteratura d’evasione o quella incautamente autoprodotta.
Uno dei libri che ho raccolto in maggiore quantità è, in realtà, uno straordinario capolavoro. Oramai ho perso il conto del numero di copie de “Il nome della rosa” di Umberto Eco che ho prelevato nelle più svariate situazioni, posizioni e ambientazioni.
Ed è davvero curiosa questa coincidenza che vede incontrarsi negli stessi luoghi del rifiuto collettivo i libri più eccelsi e quelli considerati inferiori, di serie b. Forse un segno della modernità, un’esortazione a superare finalmente le classificazioni troppo rigide in nome di una letteratura sempre più libera, orizzontale e aperta.

Tratto da “Sempre e solo libri usati” libello creativo autoprodotto da Troglodita Tribe

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Un libello sui libri usati che parla di bookcrossing, di  bibliocabine, di microbiblioteche spontanee, di bookinistes, di ex libris, di stranezze ritrovate nei libri, di book-party, di  orecchie sulla pagina, di incantevoli librerie d’occasione, di collezionisti, di libri doppi e tripli, di applicazioni e siti che trattano i libri usati, di libri al metro e al chilo, di garage-book-sale, di maceri, delle mille complesse sfumature del profumo dei libri, di edizioni rare, di installazioni libresche… Ventotto voci in cui, quasi sempre, s’incontra un libro, si cita un libro, si ricorda un particolare e illuminante incontro con un libro. Perché sulla copertina di un libro non si deve bussare, ogni mano è la benvenuta per aprire, sfogliare, leggere, per correre col dito che segue il filo delle storie e delle culture di tutto il mondo.

Otto euro per chi lo vuole ora contattando lellatris@libero.it

 

18 Maggio 2017

Sempre e solo libri usati

DSC04314Se davvero potessimo leggere solo i libri nuovi il panorama sarebbe estremamente limitato, senza contare che il ventaglio delle possibilità sarebbe tristemente circoscritto e governato dalle famose leggi di mercato che manovrano sapientemente i gusti e le scelte.

E poi, se ci fossero solo i libri nuovi, se un libro avesse la terrificante caratteristica di non poter essere prestato, perso, abbandonato, rivenduto a metà prezzo, regalato dopo un primo famelico passaggio, se, in altre parole, la tecnologia pesante arrivasse ad inventare un libro che può esser letto una volta sola, o da una sola persona (e in questo libro scriviamo di libri, non di e-book), ebbene, in questo caso, la lettura sarebbe direttamente proporzionale alla ricchezza di ogni individuo. E questa, probabilmente, sarebbe da annoverare tra le disgrazie più grandi di una civiltà.

Fortunatamente non è così.
Se dovessi ricostruire l’archivio di tutti i libri che ho letto lungo il corso della vita, i libri nuovi non supererebbero la metà, forse neppure un quarto del totale.
Ho trovato libri in ogni luogo compresi i cassonetti della carta da riciclo, le panchine dei giardinetti, le cabine telefoniche, le sale d’attesa delle stazioni, i cinema, i treni, i tram e gli autobus.
Ho gustato così il fascino di leggere, non tanto ciò che desideravo, ma il libro che trovavo, quello che mi veniva incontro al momento giusto.

anarchiciIl più difficile è stato certamente “Storia degli anarchici italiani (da Bakunin a Malatesta)” di Piercarlo Masini, era proprio in fondo a un cassonetto e per quanto mi sporgessi non riuscivo ad arrivarci.

Lo vedevo cadere nelle fauci del macero e mi piangeva il cuore. Sempre a finir male questi anarchici, mi dicevo.
Sporgendomi sempre più e anche con l’aiuto di accessori improvvisati, riuscii, dopo diversi tentativi ad afferrarlo. Un po’ sporco e con la copertina ripiegata sembrava reduce da moti rivoluzionari, ma era bello arzillo e leggibile.
I libri, insieme ai vestiti, sono tra gli oggetti riutilizzabili più buttati.
Chi si lamenta del costo eccessivo dei libri, forse non sa che questi sono i frutti dell’albero delle parole. Puoi pagare qualcuno affinché li raccolga al tuo posto, oppure puoi arrangiarti da solo.

 

Tratto “SEMPRE E SOLO LIBRI USATI” il nostro libello creativo autoprodotto, cucito, timbrato, decostruito e manufatto in trenta esemplari sul mondo del libro usato.
Per ulteriori info http://libricreativipertutti.altervista.org/sempre-e-solo-libri-usati/

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29 aprile 2017

Matte Micro-Tirature Manufatte a Macerata Racconta

DSC01053.JPGLe Marche ricominciano dai libri!!!
Venite a trovarci a Macerata Racconta!
Porteremo la nostra insolita interpretazione del concetto di editoria: i nostri strani elementi librari fatti con scarti cartacei, le nostre matte micro-tirature manufatte, le nostre Animal Plaquette, i nostri Cartoneros, i nostri libroidi mutanti, i nostri pop-opuscoli, i nostri libri da taschino… ci infiltreremo nello spazio ex-Upim di Macerata stendendo un carico di curiosa cultura a colori fatta di gioiose provocazioni rilegate a mano con tecniche casalinghe.

Sabato 6 maggio alle ore 11 porteremo anche la nostra Eco-Editoria bambina con un workshop per bimbi e bimbe. Manine svelte e colorate per imparare a comporre coloriti micro-libelli ribelli!

5-6-7 maggio Spazio ex-Upim Corso Matteotti Ingresso gratuito

INAUGURAZIONE con brindisi di apertura 5 maggio alle ore 16:30 

Orari di apertura

5 maggio 16:30 – 20:00
6 maggio 10:30 – 13:00 e 16:00 – 20:00
7 maggio 10:30 – 13:00 e 16:00 – 20:00

24 dicembre 2016

DistrAzioni

graffiti-53320_960_720.jpgDa sempre distratto sono attratto dalle divagazioni letterarie, azioni parolibere divergenti dal composto senso unico imposto dall’attenzione. Quel pullulare risoluto, irrisolto e petulate che ti butta fuori, che perdi il filo, che guardi in aria fischiettando, fingendo nonchalance, perdendo il treno che arriva in ritardo. La distrAzione letteral-lessicale, è un laterale improvviso deragliamento non disastroso, un incidente dolce che incide profondamente sulla tua attenzione, una sorta di seduzione che ti svia dalla retta via.

Scrittore distratto: persona incapace di trattenere accuratamente, sequenzialmente, ordinatamente nelle maglie dell’intreccio tutti gli eventi che crea, che concorrono a creare quell’armonia d’insieme denominata narrazione. Il susseguirsi delle parole, nelle opere di uno scrittore distratto, non risultano composte e ordinate secondo lo schema necessario al senso del testo; spesse volte infatti, la scrittrice distratta, si lascia andare nell’attraente scia musicale che queste parole, tutte le parole,  offrono scontrandosi ed incontrandosi nell’incanto della creazione. Le parole che incartano il senso, in altre parole, distraggono la scrittrice distratta formando romanzi caotici, racconti che rimbalzano, si alzano e volano via.

Lo scrittore distratto, in sostanza, si lascia scrivere seguendo una deriva artistica e poetica che non è poesia, che non è neppure grafomania, che non è certamente ricerca dell’assoluto letterario, perché la scrittura distratta della scrittrice distratta non è un genere letterario. E’, invece, improvvisazione sulla quale lo scrittore normodotato non si può improvvisare. Ogni tentativo di imitazione è destinato a fallire, sarebbe come simulare errori di distrazione, si perderebbe la magia della coincidenza, l’occhiolino del doppio senso, la farcitura automatica dell’onomatopeica. L’astrofisica multidimensionale delle distrAzioni vive di errori autentici che respirano resistenti e insistenti, che s’insinuano nel corpo del testo depistando verso le infinite soluzioni immaginarie.

Lo scrittore distratto è anche e ovviamente una lettrice distratta. Distratta dal tornado delle parole, sedotto dalle loro mille lusinghe si allunga comodamente perdendo la strada del senso. Ed è così che si raggiunge l’estasi della lettura, la lettura per la lettura, quell’artificio focoso di suoni che cullano nel nulla creatore. Il significato è una cantilena annebbiata che siamo costretti a seguire, una sorta di disturbo dissonante, un sottofondo scontroso che ci riporta in superficie, che ci costringe a restare sulla terra. E’ difficile, forse impossibile, leggere i significanti abbandonando del tutto i significati, difficile trovare il doppio senso senza il senso, impossibile godere della metafisica onomatopeica, allettante da quanto e assonante e alliterante, senza confrontarsi con un minimo riferimento ad un costrutto razionale, ad un permesso di condurre la lettura lungo le righe che si sfaldano in miliardi di lucine colorate alla volta dell’orizzonte infinito.

15 febbraio 2016

SCRIVERE PER SCRIVERE PER SCRIVERE

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Ma un romanzo, se non è un pasticcio inestricabile, un labirinto caotico di visioni che ti illuminano lampeggianti, che romanzo è? Se mentre scrivi un romanzo tutto procede regolare e ordinato, se i fatti si affastellano fanfaroneggiando capitoli lucidi da camminarci con le pattine, se non incontri neppure una pozzangherina fangosa di sensuale nonosense da districare nel dedalo terremmotato di una trama da tramontana, che romanzo è?

Quando leggo i consigli sul come scrivere un romanzo, sul come caratterizzare un personaggio, sul come interessare ciurme di lettori tutti in fila per tre, mi piglia lo scompiglio dello scrittore, lo scatto ribelle mi ribolle in mille bolle d’un blu opalescente. E allora devo scrivere un bip-up-alula intermettente da improvvisare impervesando disarmonie galattiche. Così, giusto per disintossicarmi, per lavarmi via di dosso quel sapore rimasticato da allineamento alienato. Che poi alla fine tiro un sonoro sospiro di sollievo assordante, mi sento lievemente e finalmente sollevato da terra. Che poi alla fine rieccolo quello scrivere per scrivere, quel comporre romanzi impazziti, imbizzarriti, sinceri esperimenti spiritual-spiritosi per riprendersi la letteratura.

 

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