È tempo di mordere (Storie minime di cinofilia nera) è un libro decisamente schierato dalla parte dei cani ma, già dal titolo, non promette nulla di buono per la vecchia retorica del miglior amico dell’uomo, quella che lo vede sempre rassegnato a obbedire, a sacrificarsi, a servire e a subire.
Se poi passiamo al sottotitolo: Storie minime di cinofilia nera, entriamo facilmente nel vivo di una vera e propria ribellione con tanto di morsi fatali e atroci disgrazie che colpiscono senza pietà gli umani che maltrattano, trascurano, incatenano, picchiano, abbandonano e sfruttano i cani per i loro interessi. Ma non solo, perché a fare una brutta fine ci sono anche quelli che li trattano da peluche viventi, da figlioletti stupidi che non possono sporcarsi, annusare, uscire, correre.
A qualcuno potrebbe sembrare un’esagerazione, ma è stato più forte di noi, a un certo punto abbiamo dovuto sguinzagliare la cinofilia nera, è stato necessario.
Il fatto è che dopo anni di convivenza con i cani nelle situazioni più disparate, dopo anni di attivismo, di volontariato nei canili, dopo aver scritto alcuni libri su di loro, abbiamo capito che ce n’era un gran bisogno.
Vedevamo cani trainati al guinzaglio come sacchi di patate, cani abbandonati in strada, ma anche in giardino o in salotto per intere giornate, cani che non potevano neppure avvicinarsi alle meravigliose e olezzanti piste da annusare, cani-robot talmente condizionati da inseguire e riportare sempre la stesa pallina, per tutta la vita, cani ridotti in catene con la sola colpa di aver scavato qualche buca in giardino.
Non ne potevamo più e allora abbiamo cominciato a immaginare e a gustare istanti di sublime rivolta. Vedevamo quei cani girarsi improvvisamente e staccare a morsi quella maledetta mano che li teneva sempre legati a un guinzaglio ormai diventato un cappio, vedevamo i canini scintillare in una notte di luna piena, vedevamo morsi carpiati, tendini strappati, ossa tranciate. Erano visioni emozionanti e surreali che ci caricavano, che ci permettevano di buttare alla malora l’odioso ruolo di padrone perché, finalmente, quegli stessi cani erano liberi di annusare, di incontrarsi, di abbaiare, di essere veramente cani e correre all’assalto della città.
Le storie minime di cinofilia nera che rendono gustoso questo libro, sono quindi brevi, lapidarie, feroci e al limite della scorrettezza, ma anche ironiche nella loro sanguinaria esagerazione. Sono tutte dedicate a chi sceglie di stare fino in fondo dalla parte dei cani, a chi vuole respirare di sollievo nel gustarsi gli stuzzicanti assalti mortali dei pelosi più belli del mondo.
Ogni storia mette in luce una diversa forma di maltrattamento e di ingiustizia perpetrata ai danni di un cane, a volte è plateale, ma ci sono anche quelle più sottili, più veniali, quelle meno considerate, anche quelle che in molti giurano di praticare per il loro bene. Ma c’è un particolare: vengono tutte smascherate inesorabilmente e punite in modo sanguinoso affinché risaltino in tutto il dolore che, nella realtà dei fatti, stanno provocando. Perché questo è un libro in cui i cani di tutto il mondo, finalmente uniti, ringhiano, mordono affondando i denti e scuotendo il muso, senza pietà. E la Cinofilia Nera è quindi un nuovo modo di intendere l’amore per i cani, un amore più selvatico e sincero, un amore tra il noir e il rosso sangue. Un amore che racconta la loro riscossa, che ulula abbaia e ringhia.
All’inizio di “È tempo di mordere” trovate anche un’interessante nota di approfondimento scritta da Roberto Marchesini, il noto etologo, filosofo e zooantropologo antispecista che, dopo aver letto il libro, si è subito schierato con passione dalla parte della cinofilia nera.
per maggiori informazioni
https://popedizioni.it/prodotto/e-tempo-di-mordere-storie-minime-di-cinofilia-nera/