L’Eco Editoria Creativa è l’attività che consente di autoprodurre eco libelli creativi, ovvero manufatti editoriali realizzati in minime tirature (tra i dieci e i trenta esemplari) con scarti cartacei. Il testo viene riprodotto (in genere fotocopiato) insieme ad eventuali illustrazioni, ma l’interno dell’eco libello contiene sempre interventi creativi: manipolazioni cartacee, strappi, timbri, collage, inserimenti di piccoli oggetti o di fogli particolari, piegature eccentriche, bruciature, cuciture, ricami, rilegature manuali…
Si tratta di una forma editoriale che coniuga l’autoproduzione, il riciclo e la creatività.
Se da una parte l’Eco Editoria Creativa si discosta dal libro d’artista vero e proprio perché non aspira a divenire puro oggetto d’arte e perché rifiuta il “pezzo unico” per rimanere più vicina all’idea di libro classicamente inteso (all’idea delle antiche origini popolari del libro, vedi chap book), dall’altra si discosta anche dalla moderna editoria tradizionale per la sua fondamentale caratteristica di non riproducibilità. Per quanto minimi possano essere, gli interventi creativi infatti, rendono comunque ogni eco libello della tiratura difficilmente duplicabile sia con mezzi manuali che tecnologici, un vero e proprio ibrido tra arte e artigianato, tra libro d’artista, libro tradizionale e libro autoprodotto.
L’Eco Editoria Creativa, inoltre, si introduce provocatoriamente nel dibattitto sull’editoria a pagamento ridimensionandone alcuni degli aspetti meno apprezzati (l’illusoria ricerca di fama, la vanità, la produzione di migliaia di copie che finiranno al macero spesso senza incontrare un lettore), aprendo una diversa strada che permette all’autore di autoprodurre micro-tirature dei suoi testi con conseguenti micro-distribuzioni e senza alcun intermediario. Con un simile approccio si può ben intuire che gli obbiettivi dell’Eco Editoria Creativa non sono il successo, la fama o la ricchezza, ma, più concretamente la possibilità di dare vita ai propri testi con un prodotto creativo, originale, decisamente effimero, estemporaneo. Sotto questo aspetto, la filosofia che sorregge questa forma editoriale è parallela a quella dell’arte di strada le cui opere non sono pensate, realizzate ed esposte per durare nel tempo.
Il desiderio di autoprodurre in tutte le sue fasi l’eco libello, di intervenire su alcune pagine di tutta la tiratura e di rilegare manualmente spingono ad utilizzare testi piuttosto brevi (racconti, poesie, assaggi di saggi, invettive, favole moderne, brevi parodie, pampleth). Anche per motivi tecnici, dunque, si rifiuta il classico romanzo fiume da best seller tipico dell’editoria a pagamento.
IL MATERIALE UTILIZZATO
L’utilizzo di materiale cartaceo (e non solo) di scarto (cartoline, cartamodelli, cartoni dei supermercati, biglietti del tram, confezioni alimentari, cartellette da ufficio, etichette, buste, vecchi nastri audio, vinili, lastre radiografiche, microchip e molto altro. Qui l’elenco dei materiali utilizzati da Troglodita Tribe per i loro eco libelli) è caratteristica fondamentale dell’Eco Editoria Creativa. L’idea del riciclo e del riuso, infatti, oltre al chiaro intento ecologico, tende a sottolineare il carattere popolare e orizzontale di tale tecnica editoriale. Il riciclo spinge al riutilizzo gratuito di un’immensa quantità di materiale reperibile ovunque, mette chiunque nelle condizioni di autoprodurre i propri testi senza la necessità di investire denaro. Inoltre, in questa pratica, troviamo una metafora del carattere libertario dell’Eco Editoria Creativa. Riciclando oggetti della vita quotidiana
se ne sfrutta anche la carica immaginifica ribaltandone il senso e la destinazione d’uso, affermando che tutto può essere cambiato, ricreato e che è sempre possibile intervenire sui paesaggi della nostra esistenza evitando ogni forma di rassegnazione e passività.
STORIA
L’Eco Editoria Creativa nasce intorno al 1990 da un’idea di Troglodita Tribe, coppia di artiste, scrittori, riciclatrici che realizzano il primo eco libello creativo dal titolo “L’Irresistibile Tenerezza della Spazzatura (manuale per raccoglitori urbani)” che indaga sul mondo di chi vive raccogliendo e riutilizzando scarti e oggetti abbandonati per trasformarli in opere artistiche, in oggetti di uso comune e/o di design (borse, lampade, mobili, vestiti, anelli), o anche in vere e proprie scenografie teatrali.
“L’irresistibile Tenerezza della Spazzatura” (tirato in trenta esemplati, realizzato con un vecchio calendario, con cartoncini usati e scartati dalle scuole, con fogli di cartamodelli e cartellette da ufficio, rilegato a mano con fili di un copriletto logoro, con il titolo stampato sul retro di volantini colorati e incollato in copertina, composto con strumenti improvvisati e casalinghi) diviene una sorta di proto manifesto che, di fatto, inserisce anche il libro nel novero degli oggetti realizzati riciclando ciò che normalmente si definisce spazzatura. Anche se, in realtà, un vero manifesto lo ritroviamo in un Eco Libello successivo dal titolo “Fatti i libri tuoi (Manifesto di Eco Editoria Creativa Casalinga)” sempre di Troglodita Tribe.
EVOLUZIONE E DIFFUSIONE
Nei suoi primi anni di vita l’Eco Editoria Creativa si infiltra nel vasto panorama del mondo editoriale cercando di inserirsi tra gli eventi, i festival e le fiere legate al self publishing , alla microeditoria e all’editoria indipendente.
Nel frattempo, oltre a Troglodita Tribe, nascono altre micro etichette del tutto informali che abbracciano la filosofia dell’Eco Editoria Creativa e cominciano a produrre altri elementi librari cogliendone in pieno la filosofia di fondo, aprendo diversi modelli, interpretazioni e anche definizioni.
L’aspetto radicalmente informale e libertario dell’Eco Editoria Creativa, in realtà, spinge sin dai suoi esordi a numerose deviazioni, estrapolazioni, divagazioni. Il termina stesso Eco Editoria Creativa è in continua trasformazione e lo ritroviamo in diverse versioni e varianti nel corso degli anni: Editoria Casalinga, Psico Editoria, Editoria bricoleur, ESP (Editoria Senza Permesso)…
Nel 2005 alcune di queste (Troglodita Tribe, Casa Editrice Libera e Senza Impegni, Lieve Malore e altre) fondano L’Interstellare dell’Eco Editoria Creativa che durerà alcuni anni.
C’è chi realizza volumetti utilizzando scatole di psicofarmaci, chi stampa con la macchina per fare le lasagne, chi utilizza fogli di quaderni scolastici per ricettari con spezie incorporate, chi scrive dentro le confezioni della pizza, chi realizza libri da mangiare con cioccolata o altri cibi, chi produce libri in scatola (utilizzando pacchetti di fiammiferi).
Intorno al 2010, finalmente anche in Italia, vengono organizzati festival di editoria informale (Micro e Libersalone a Milano, Fruit Exibition a Bologna, Fahrenheit 39 a Ravenna) dove diversi self publisher possono incontrarsi e mostrare le loro opere. Si tratta, più che altro, di una particolare microeditoria generalmente legata all’illustrazione, alla fotografia, alla serigrafia, al fumetto, al design dove il testo vero e proprio però (elemento che resta essenziale per l’Eco Editoria Creativa) è poco presente. Ciò nonostante, la nascita di questa nuova onda microeditoriale, informale, aperta è un terreno fertile che consente all’Eco Editoria Creativa di esprimersi ed uscire sempre di più allo scoperto.