Brevi note a margine a un anno dalla pubblicazione del libro
di Troglodita Tribe Ortica Editrice
PRIMA NOTA A MARGINE
Siamo felici di aver immaginato, desiderato, scritto, autoprodotto e infine anche pubblicato (con Ortica Editrice) un libro che, a nostro avviso, mancava, un libro che, già dal titolo, CHIUDIAMO I CANILI, non lascia alcuna possibilità di fraintendimento.
Siamo felici per l’interesse suscitato in alcuni ambiti del mondo antispecista (che ci aspettavamo), ma anche per il buon impatto che ha avuto nel mondo della cinofilia e nel mondo di chi, nei canili, ci lavora e presta opera di volontariato (che non ci aspettavamo).
SECONDA NOTA A MARGINE
Come c’era da aspettarsi, il libro ha ricevuto diverse obiezioni che, in sostanza, si possono tutte riassumere nelle seguenti tre affermazioni.
- La più gettonata e certamente la più classica è «MA DOVE LI METTEREMO, POI, TUTTI I CANI (RANDAGI, LIBERI, RIFIUTATI…) SE CHIUDIAMO I CANILI?»
- La seconda è leggermente più sfumata perché, pur riconoscendo l’ingiustizia del canile, cerca di correggere il tono “esagerato” e sicuramente radicale del titolo stesso (CHIUDIAMO I CANILI) e risponde: «NO, CHIUDERLI NON È POSSIBILE, CASOMAI OCCORRE RIFORMARLI!»
- La terza si spinge oltre, ma all’urgenza che anima il titolo (che condivide) preferisce contrapporre buon senso e sano realismo. «SI’, IN TEORIA, SONO D’ACCORDO, ANDREBBERO CHIUSI I CANILI, MA NELLA PRATICA NON È POSSIBILE, CI SERVONO!»
Il fatto più interessante, però, è che queste obiezioni sono state scritte e dette, nella quasi totalità dei casi, senza aver letto il libro.
Un fatto degno di nota perché ci ha permesso di toccare con mano quanto l’ingiustizia canile sia radicata nel comune immaginario, così tanto che, pur essendo evidente la sua odiosa essenza, pur essendo assai complicato riuscire a giustificarla, è difficile anche solo pensare di farne a meno. Di conseguenza è più che sufficiente il titolo (CHIUDIAMO I CANILI) per sentirsi in dovere di esprimere il proprio disorientamento, il proprio disappunto.
In fondo, è il contenuto stesso del libro, a rispondere alle obiezioni. Lo fa mostrando la semplice evidenza dell’ingiustizia, entrando nei particolari, svelando (seppur in modo agile e con la massima semplicità) la storia del canile, il reale motivo per cui nasce e come si sviluppa. Lo fa affermando senza mezzi termini le connessioni con altre forme di reclusione e di ingiustizia che caratterizzano le nostre mappe mentali radicate nello specismo. Non lasciando spazio all’illusione della riforma che, piano piano, rimetterà a posto le cose, insinua il dubbio di aver sbagliato tutto, di dover per forza e con un urgenza invertire la marcia e, proporio per questo, finisce per generare fastidio sin dal titolo.
Di fatto, pubblicando questo libro, ci siamo trovati di fronte alle identiche obiezioni e critiche già sentite nel corso dei secoli e riproposte ad ogni sussulto di liberazione. «Dove li metteremo tutti i neri senza la schiavitù?» «Che fine faranno tutti i matti senza manicomio», «E come sopravviveranno tutti gli animali senza allevamenti?»
È così che ogni ingiustizia riesce a radicarsi: assumendo la connotazione dell’indispensabile necessità. In un perverso gioco al ribasso, poi, proprio da chi ne denuncia la cinica e aberrante esistenza, proprio da chi si impegna per smantellarne i presupposti, l’architettura e la psicologia, si pretende un’alternativa, qualcosa che sostituisca immediatamente il canile, il manicomio, la schiavitù. In altre parole si pretende che un’altra ingiustizia sostituisca quella precedente, quella a cui siamo abituati, quella che ci tranquillizza, perché è ormai parte del nostro immaginario, del nostro modo di percepire il mondo.
Eppure abbiamo un estremo bisogno dei cani, abbiamo bisogno che cessi al più presto la loro trasformazione in pet, in merce da lavoro o da spupazzamento. Da secoli sono i compagni di strada a noi più vicini, quelli che ci stanno indicando la via delle comunità e delle aggregazioni multispecie, la soluzione più ovvia e lampante per la sopravvivenza su questo pianeta. A questa preziosa indicazione, però, stiamo ancora rispondendo con i canili, le catene e gli allevamenti.
TERZA NOTA A MARGINE
Dopo CHIUDIAMO I CANILI il nostro desiderio di slegare, una buona volta, la parola padrone dalla parola cane, non si è certo esaurito e quindi presto uscirà CANI E CATENE (con Malamente Edizioni), un nuovo libro che prova a chiedersi come sia possibile che, proprio quelle catene, siano ancora così pesanti e drammaticamente presenti nel nostro rapporto con i cani. Una presenza reale e tangibile che passa spesso inosservata, di fronte alla quale si tende a passare oltre, per non restare invischiati nel carico di disagio che comporta. Abbiamo provato a raccontare le devastanti conseguenze di queste catene (sia a livello reale che simbolico) e come ci riguardino direttamente, ma anche l’emozione, la difficoltà e l’estrema urgenza di spezzarle. É un libro che prova a destrutturare il luogo comune del “nostro miglior amico”.
Stiamo anche lavorando a un altro libro di storie minime ed esagerate (sempre sui cani che si ribellano e resistono), un progetto che prova a uscire dal classico pamphlet militante per cercare di diffondersi con un linguaggio e un approccio differente.
ULTIMA NOTA A MARGINE
Per finire un ringraziamento a chi ha creduto e sostenuto CHIUDIAMO I CANILI, a chi ne ha parlato e scritto contribuendo così alla sua difficile diffusione.
In particolare:
- Ortica Editrice che ci ha chiesto di pubblicare il libro nella sua collana “Gli artigli” dedicata all’antispecismo e alla liberazione animale e che, quest’anno, ospiterà anche il nostro libello “L’antispecismo spiegato a mia mamma”.
- La rivista antispecista LIBERAZIONI che ne ha pubblicato un estratto http://www.liberazioni.eu/wp-content/uploads/2021/12/TrogloditaTribe-lib47.pdf
- la trasmissione radiofonica RESTIAMO ANIMALI che ha dedicato spazio al libro, qui un nostro intervento (dal minuto 15) https://archive.org/details/624-restiamo-animali-2022-01-14/
- Il podcast di Michela De Paola “Pawcracy Animali Rivoluzionari” che ci ha dedicato una lunga intervista https://podcasts.apple.com/it/podcast/paw-1×07-chiudiamo-i-canili/id1621919986?i=1000567340787