Troglodita Tribe S.p.A.f. (Società per Azioni felici)

8 giugno 2015

FATTI I LIBRI TUOI!

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Farsi i libri propri! Ma farseli così velocemente che neppure l’ultimo videogioiello da telecontrollo wi-fi-comandato riesca ad infiltrarsi imponendo impostore un filo di ragionamento razional-reazionario. Cucirseli a mano, addosso, adesso, oltre l’orlo del precipizio sartorial-editoriale. Quasi fossero figlie di fogli e di foglie fluttuanti, alla deriva, direttamente proporzionali al tasso di felicità permanente e pedissequamente poco allineata, un tantino alienata, seriamente allenata a correr fuori da tutte le righe, come da tutti i perfetti quadretti.

Oppure farseli, questi libri, talmente e lentamente lontani dalla civiltà editoriale da riuscire a masticare la mistica illuminazione libraria-libertaria: quella fragorosa e fragrante Librosità Inutile, quell’altissima essenza sottile dove ogni libro si libra libero dal senso compiuto, dal solito nesso che vuol farlo fesso, che cerca d’ingabbiarlo, di gabbarlo, di distrarlo sin dall’alba delle prime distribuzioni.

E farseli, questi libri, come fossero gli ultimi, come se la carta fosse l’ultima speranza, come se il suo cuore pulsante e libroso e riciclato e riusato e recuperato fosse l’ultimo appiglio per un sorso di libertà.

31 Maggio 2015

VARIAZIONI SUL TEMA DELL’AUTOPRODUZIONE EDITORIALE

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E nel bel mezzo dell”incomparabile era del libro digitale, proprio quando riuscivano a sedurti definitivamente con effetti d’una potenza inossidabile e imbattibile, proprio quando potevi entrare e partecipare allo spettacolo che tanto basta un clic, ecco che ancora, testardamente riciclati coi cartoni dei supermercati, cocciutamente cuciti a mano coi fili di vecchi copriletti recuperati, riempiti di interventi e manigolde manipolazioni, insistono ad esistere variazioni sul tema dell’autoproduzione editoriale.
In precario equilibro tra l’esserci e il non esserci, vivono nascoste all’interno di antiartistiche e lumminose soffitte variopinte, covi creativi della tiratura limitata, spazi luminosi e liberati dalle regole del gioco.

Ma non sono fuori dal mondo!

Innamorate della vita, degli scarti cartacei che la crescita infinita infinitamente sforna per informarci, giocano, tagliano, cuciono, stampano, timbrano e strappano un’altra partita. Ardite scommettitrici gioiosamente e diabolicamente sconclusionate, scommettono ancora sul reale, su quella sottile essenza consistente che chiamano anima del libro. Animate da una croccante e divertita creatività, sospinte dal vento leggero ed insinuante della curiosità che insiste ad esistere, esplorano le infinite facce del libro di carta, le futuribili e fulminanti opportunità dell’editoria impossibile, invisibile, introvabile, non replicabile, non emergente ma divergente.

E il loro fascino non è da ricercare nella stanca e grigia buona volontà del fatto a mano, ma nella loro incomparabile e delirante demenza divertita, nel loro continuare ad esserci trasformando la monnezza del Grande Tritacarne in piccoli prodotti editoriali altamente improduttivi e vistosamente pop-resistenti.

L’Eco-Editoria Creativa insiste a scrivere sui muri del nostro stanco immaginario libresco video controllato. Non ha grandi speranze di successo, ovvio. Ma è anche vero che non può perdere perché non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta.

25 Maggio 2015

L’ANARCHIA DELL’ECO EDITORIA

gatto libriAccaniti stampatori intemperanti, gli anarchici, le anarchiche, con tutta una loro punteggiatura particolareggiata d’A cerchiata, son sempre stati autodidatti contro gli Stati del comune senso del pudore editoriale. Editavano schizzando temerari inchiostro intemperante. Macchiavano di nero con vecchie macchine il destino clandestino degli ultimi arrivati. Sperimentavano Altre e Alte Libertà accendendo le micce dell’autoproduzione popolare, costruendo la costituzione incostituzionale del nuovo Libro Orizzontale.
E’ per questo che l’aria della microeditoria, oggi, profuma d’anarchia!
Prendete fogli, foglie, timbri e stampe, prendete i libri truccati e manipolati, strappati e ricuciti, scolpiti di collage, bucati e bruciacchiati ad arte dall’affascinate folgore delll’autonomia e, di nuovo, sentirete il profumo dell’anarchia. Uno sventagliar di pagine particolari, un vento leggero e libero di libri che si librano.

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